Al "Premio Strega Ragazze e Ragazzi" il libro "Fate la pace! San Francesco in piazza Maggiore"

Al "Premio Strega Ragazze e Ragazzi" il libro "Fate la pace! San Francesco in piazza Maggiore"

Al "Premio Strega Ragazze e Ragazzi" il libro "Fate la pace! San Francesco in piazza Maggiore"


Al "Premio Strega Ragazze e Ragazzi" il libro "Fate la pace! San Francesco in piazza Maggiore"

 

Siamo felici di annunciare che il libro "Fate la pace! San Francesco in piazza Maggiore" (collana "Fatterelli Bolognesi") è stato selezionato per il "Premio Strega Ragazze e Ragazzi" nella prima selezione per la categoria 8+.

 
A partire dai 120 titoli candidati, il nostro "Fate la pace!", scritto da Tiziana Roversi e illustrato da Angelica Stefanelli, è stato selezionato nei 37 per la categoria 8+. Sarà compito del Comitato scientifico selezionare le terne finaliste che saranno inviate in lettura ai giurati il prossimo autunno.


LA TRAMA
Bologna nel XIII secolo è potentissima, cresce in bellezza e in altezza, qualcuno la definisce New York del medioevo, l’economia non è mai stata così fiorente. Ma il desiderio di potenza porta alle liti e la città, dentro e fuori le mura, è sempre in guerra: contro l’imperatore, contro Imola, tra le famiglie che si dividono in fazioni, Guelfi e Ghibellini, Geremei e Lambertazzi…
Il 15 agosto 1222 Francesco vuole essere a Bologna. Descritto inizialmente come ragazzo ricco e viziato, cambierà in modo radicale, dentro e fuori, scegliendo di vivere in estrema povertà, in disaccordo col padre e nell’incredulità generale. Diviene un santo vivente e quando raggiunge piazza Maggiore, migliaia di bolognesi, potenti e minori, stretti insieme nella stessa piazza, sentono la sua voce dolce ma ferma che condanna le rivalità e loda l’amore.
Le sue parole arrivano ad ognuno, è così persuasivo che per un attimo infinito la guerra sembra sconfitta. La piazza è toccata, commossa, e si alza il dolce, fraterno, Cantico delle Creature.
Non sapremo mai cosa davvero Francesco disse quel 15 agosto 1222 ma sappiamo che fu una concione politica, non un sermone, che iniziò con le tre parole
«Angeli, uomini, demoni» e che il suo Cantico è un inno d’amore (oltre che la prima poesia in volgare, e nel libro si riporta in doppia versione proprio per fare sentire anche ai piccoli il suono delle sue parole).