Ferenc Molnár (1878-1952) scrittore e drammaturgo ungherese. Nacque a Budapest in una famiglia della media borghesia ebraica. Avviato agli studi giuridici prima a Budapest poi a Ginevra, li interruppe nel 1896. Rientrò in Ungheria, “magiarrizzò” il cognome originario (Neumann) per dedicarsi al giornalismo presso il “Pesti Hírlap” e il “Budapesti Naplò” e all’attività letteraria. Nel 1901 esordì con alcuni racconti per approdare poi alla scrittura di romanzi e commedie. Nel 1907 raggiunse la notorietà internazionale con I ragazzi della via Pál, romanzo tradotto in oltre trenta lingue.
Durante la Prima guerra mondiale fu corrispondente di guerra in Galizia. Di ingegno scintillante, si dedicò alla composizione di opere teatrali che riscuoteranno un enorme successo sui palcoscenici di tutto il mondo e vennero adattati anche per la radio e il grande schermo.
A causa delle imminenti leggi razziali, nel 1939 lasciò definitivamente l’Ungheria insieme alla moglie per soggiornare in Svizzera, in Francia e poi negli Stati Uniti, approdo definitivo. Dal 1940 visse a New York fino alla morte. Non fece mai ritorno alla sua terra natale, dalla quale non staccò il cuore.
Anche la sua vita privata fu movimentata: si sposò tre volte, innamorato ma infedele. Lo scrittore bohémien e amante del divertimento (e dell’alcol) non voleva trasformarsi in docile marito e la sua libera natura gli offrì sempre nuovi orizzonti sentimentali.
Girò mezzo mondo per presenziare alle rappresentazioni dei suoi lavori. Di animo vagabondo, non ebbe mai dimora stabile e tenne una camera fissa in alcuni dei più prestigiosi alberghi del mondo (l’ultimo fu l’hotel Plaza a New York, camera 835).
Col passare del tempo la vena artistica gradualmente si prosciugò, il suo carattere si fece sempre più acerbo, introverso e la depressione, che lo seguiva fin da giovane marcando i suoi insuccessi, si aggravò. Morì a New York il primo aprile 1952 dopo essersi convertito al cristianesimo.