La prima volta che Napoleone Bonaparte fa il suo ingresso a Bologna ha 27 anni; è un giovane, intraprendente e irrequieto generale d’artiglieria; ha sconfitto – forse contravvenendo le indicazioni del Ministro della guerra della Repubblica Lazare Carnot – prima le truppe sabaude, poi quelle austriache e, infine, quelle dello Stato della Chiesa. Ha capelli lunghi, è temerario, orgoglioso, privo di scrupoli. È il 20 giugno 1796.
Bologna si è arresa il giorno prima e, secondo i suoi piani, deve diventare la capitale della Repubblica Cispadana, una delle prime Repubbliche consorelle di quella francese, formata dalla fusione del Ducato di Modena e Reggio, dalle Legazioni pontificie di Bologna e Ferrara, dalla Romagna, dalla Garfagnana, e dai territori di Massa e Carrara. Ai giuristi bolognesi il compito di stilare una Costituzione, approvata in San Petronio il 4 dicembre 1796 e formalizzata a Reggio il 7 gennaio 1797: si adotta il tricolore – orizzontale – verde, bianco e rosso, come bandiera.