Vincenzo Mioli
Vincenzo Mioli
Bologna 19 dicembre 1930 - 23 febbraio 2013
Incontro un Signore distinto, con uno stile da gentiluomo d’altri tempi, il suo modo di muoversi è gentile, il suo tono di voce pacato non risparmia battute pungenti. Assorto nei suoi pensieri e attentissimo allo stesso tempo, si racconta leggero, in punta di piedi, srotolando la sua vita come un panno di velluto rosso pieno di gioielli, che appaiono lentamente, uno ad uno, con discrezione, con modestia vera. Una vita lunga fin qui, condita di esperienze gioiose e sofferenze accettate. Alla mia domanda: ”qual è stato il periodo più felice?” … sicura, sgorga la sua risposta: “l’insegnamento, il rapporto con i bambini e le loro famiglie”. Mi aspetto una traccia di protesta nel suo racconto, qualcosa che non ha funzionato per colpa di altri… (atteggiamento comune a molti), invece nulla, solo in evidenza la gioia di fare un mestiere con la passione dell’intellettuale che si dona con generosità e amore. Un uomo che nasconde la sua sensibilità e il suo rigore, dietro ad un sorriso ammiccante e curioso, dentro ai suoi occhi che brillano come quelli di un bambino. Questo è il babbo, e in questo libro ha messo la sua passione, la sua ricerca, senza gridarla, semplicemente.
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