La TRAMA
Menzione speciale al Bancarella Sport 2007
Ci sono cose che lasciano un segno che va ben oltre il valore che sono in grado di esprimere. Il Cucciolo, bici motorizzata che nel dopoguerra fece la fortuna della Ducati, nata da un’idea programmatica dell’avv. Aldo Farinelli e dalle geniali intuizioni tecniche del perito industriale Aldo Leoni, è senza dubbio una di quelle. Il Cucciolo fa parte a pieno titolo della storia del motociclismo italiano ma è soprattutto uno dei pilastri della mobilità sociale del dopoguerra in Italia, in minima parte anche in Europa e per sporadici casi addirittura nel mondo.
Per venti anni il Cucciolo ha rappresentato un vero e proprio fenomeno sociale. Ha consentito a metà degli italiani di muoversi con una facilità in precedenza sconosciuta, ha fatto tendenza anche nei ceti più abbienti, ha in sostanza messo in moto una popolazione che stava riscoprendo il gusto di vivere dopo una guerra che aveva causato milioni di morti e sofferenze indicibili. Il Cucciolo ha riavvicinato una nazione che era stata spaccata da lotte politiche, una nazione che aveva assoluto bisogno di comunicare, di incontrarsi.
La Ducati proprio grazie a questa sua creazione è stata ampiamente ripagata dei notevoli sforzi fatti, espandendosi, assicurando lavoro a numerose maestranze bolognesi, raggiungendo una notevole stabilità economica. La Ducati ha in sostanza ribadito col Cucciolo la sua propensione a rivestire il ruolo di azienda innovativa, all’avanguardia in ogni campo in cui si è cimentata, lanciando sempre prodotti di notevole ‘peso’ tecnologico e dalle interessanti aperture commerciali.
Oltre alla storia del Cucciolo, alla sua affermazione, alle unità prodotte, alle imprese sportive, ai raids, ai risvolti sociali, all’evoluzione tecnica che ha portato alla nascita degli attuali scooter, il libro riporta anche le schede tecniche ufficiali e i cartelloni pubblicitari del periodo.
Ci sono cose che lasciano un segno che va ben oltre il valore che sono in grado di esprimere. Il Cucciolo, bici motorizzata che nel dopoguerra fece la fortuna della Ducati, nata da un’idea programmatica dell’avv. Aldo Farinelli e dalle geniali intuizioni tecniche del perito industriale Aldo Leoni, è senza dubbio una di quelle. Il Cucciolo fa parte a pieno titolo della storia del motociclismo italiano ma è soprattutto uno dei pilastri della mobilità sociale del dopoguerra in Italia, in minima parte anche in Europa e per sporadici casi addirittura nel mondo.
Per venti anni il Cucciolo ha rappresentato un vero e proprio fenomeno sociale. Ha consentito a metà degli italiani di muoversi con una facilità in precedenza sconosciuta, ha fatto tendenza anche nei ceti più abbienti, ha in sostanza messo in moto una popolazione che stava riscoprendo il gusto di vivere dopo una guerra che aveva causato milioni di morti e sofferenze indicibili. Il Cucciolo ha riavvicinato una nazione che era stata spaccata da lotte politiche, una nazione che aveva assoluto bisogno di comunicare, di incontrarsi.
La Ducati proprio grazie a questa sua creazione è stata ampiamente ripagata dei notevoli sforzi fatti, espandendosi, assicurando lavoro a numerose maestranze bolognesi, raggiungendo una notevole stabilità economica. La Ducati ha in sostanza ribadito col Cucciolo la sua propensione a rivestire il ruolo di azienda innovativa, all’avanguardia in ogni campo in cui si è cimentata, lanciando sempre prodotti di notevole ‘peso’ tecnologico e dalle interessanti aperture commerciali.
Oltre alla storia del Cucciolo, alla sua affermazione, alle unità prodotte, alle imprese sportive, ai raids, ai risvolti sociali, all’evoluzione tecnica che ha portato alla nascita degli attuali scooter, il libro riporta anche le schede tecniche ufficiali e i cartelloni pubblicitari del periodo.